Il contenuto della circolare numero è riservato.
Descrizione
PTOF, che cos’è?
La sigla sta per Piano Triennale dell’Offerta Formativa ed è, come già anticipato, una diretta evoluzione della Legge 107 del 2015. Potete vederlo come una sorta di documento identificativo del vostro istituto, coerente con le indicazioni guida nazionali e le esigenze interne a quella specifica realtà scolastica.
Pertanto, esso va in direzione dell’autonomia locale, in sintonia con il percorso avviato negli Anni Novanta in tal senso. Ogni scuola ha il compito di scrivere il PTOF ogni tre anni, con un’indicazione chiara e dettagliata di obiettivi, linea d’azione e mezzi a disposizione per raggiungerli.
A cosa serve il Piano Triennale dell’Offerta Formativa
Questo documento serve ad avere una panoramica obiettiva in merito a quanto l’istituto è in grado di offrire con le proprie forze, potenzialità, capacità e rete di conoscenze. L’elaborazione va fatta in base al bilancio annuale tra punti di forza e criticità (definiti dal RAV, vale a dire “rapporto di autovalutazione”) e risorse disponibili a livello:
- umano
- professionale
- territoriale
- finanziario
Il PTOF, quindi, promuove la progettualità; inoltre ha finalità non soltanto organizzative, ma anche informative. Per il Piano triennale valgono i criteri di trasparenza: dovete renderlo accessibile a tutte le persone che gravitano all’interno e intorno all’istituto.
Genitori, insegnanti, alunni, associazioni, enti e altri organismi a contatto con la scuola hanno il diritto di consultarlo in ogni momento. Pertanto la pubblicazione sul sito web e un’eventuale affissione in bacheca rientrano fra i doveri di chi lo redige.
Contenuti del PTOF
Completezza e correttezza dei dati, visione organica in vista di obiettivi interdipendenti, sviluppo e progresso nella realtà locale in aderenza alle linee guida nazionali sono i capisaldi di un piano formativo proiettato in un’ottica di miglioramento. Tra le informazioni indispensabili ricordate:
- situazione di partenza
- analisi comparativa tra punti deboli e quelli di forza
- descrizione dell’istituto
- orientamento ai cicli di istruzione successivi
- bisogni formativi
- offerta e percorso educativo e didattico
- programmi previsti per le singole classi
- metodi di valutazione
- regolamento d’istituto
- monte ore settimanale e giornaliero
- strategie e strumenti per il potenziamento delle competenze degli alunni
- emergenze e sicurezza (primo soccorso, simulazione incendio, etc…)
- modalità di gestione dei rapporti tra interno e esterno
- attività, corsi di formazione e di aggiornamento dedicati a corpo docente e personale ATA
La redazione del PTOF dovrà essere in linea, oltre che con le linee guida generali e il RAV, anche con il PDM (piano di miglioramento). Quest’ultimo mette in luce l’offerta formativa e stabilisce i criteri per il raggiungimento dei risultati, sempre partendo da un approfondito esame e un confronto tra vantaggi e criticità.
Alcuni cenni sugli obiettivi da inserire
I risultati da raggiungere spazieranno dall’ambito curricolare a quello extra-curricolare. Toccheranno le attività didattiche (dove previste, quindi non presenti nei nidi e facoltative per le scuole dell’infanzia), le finalità educative e quelle organizzative. Il tutto in un’ottica di strutturazione e pianificazione della gestione interna dell’istituto.
A livello disciplinare, gli obiettivi prioritari di ogni ciclo di istruzione (dalla primaria alla secondaria di secondo grado) sono il conseguimento di abilità sempre più complesse nell’area linguistica e in quella logico-matematica. Tutti gli altri sono a discrezione di ciascun organico, ma mai in contraddizione con le indicazioni ministeriali.
Piano Triennale per le superiori: le aggiunte da appuntare
Per assecondare al meglio le esigenze dei ragazzi nella fascia di età 16-19 anni, il PTOF dovrà essere ancora più dettagliato. Le attività previste nel percorso aumentano, in vista del passaggio al mondo accademico o a quello del lavoro. Ecco perché noi di Scuola.net vi invitiamo a focalizzarvi su:
- inclusione e successo scolastico
- contatti con imprese ed enti professionalizzanti
- rapporti con le università
Tra il 3° e il 5° anno di corso, inoltre, assume un ruolo di particolare rilievo il potenziamento dell’alternanza scuola-lavoro, divenuti complementari rispetto al passato e non più in rapporto di mutua esclusione.
Intrecciare una rete di relazioni proficue tra il vostro istituto e l’esterno vi consentirà di rendere più agevole l’inserimento degli allievi in tirocini e stages, frazionati nel triennio finale. Il tetto sarà di 200 ore per i licei e di 400 ore per indirizzi tecnici e professionali.
Coronavirus e didattica a distanza
L’attuale stato di emergenza sanitaria ha portato, durante il lockdown generale del 2020, all’utilizzo di computer e webcam in videoconferenza. Le lezioni online hanno sostituito quelle in presenza e, in parte, hanno continuato a farlo fino alla fine di quest’anno scolastico.
Data la sperimentazione in divenire della DAD, noi di Scuola.net vi consigliamo di inserirla tra gli obiettivi del PTOF: potrebbe tornarvi utile, nell’ipotesi di un repentino peggioramento della situazione Covid-19 alla fine dell’estate.
Gli organi che redigono il PTOF
Il Piano Triennale dell’Offerta Formativa richiede la discussione, la valutazione e l’accordo congiunto di più personalità e gruppi all’interno della scuola, tutti influenti e con un ruolo preciso. Tra questi ricordate la presenza di:
- preside
- collegio dei docenti
- consigli di classe
- consiglio di istituto (a cui spetta l’approvazione finale)
L’elaborazione del PTOF è un compito spettante agli insegnanti e al direttore scolastico, di cui devono occuparsi in maniera congiunta. Tuttavia deve essere in accordo con le proposte dei genitori (quindi dei rappresentanti dei consigli di classe) e, limitatamente agli istituti secondari di secondo grado, degli allievi.
Quando elaborare il Piano Triennale dell’Offerta Formativa?
Secondo la Legge 107/2015 potete presentare il PTOF, in forma definitiva, entro la fine del mese di ottobre dell’anno che precede l’inizio del triennio di riferimento.
Nulla vieta, comunque, di apportare eventuali correzioni o modifiche ai piani, rispettando delle precise tempistiche. Per l’anno in corso (o per il periodo che rimane) il termine ultimo è il 30 ottobre.
Tuttavia, da qualche anno tali scadenze non hanno più carattere perentorio, ma solo di raccomandazione: in seguito alla nota MIUR 17832 del 16 ottobre 2018, l’elaborazione e la consegna del piano è a discrezione delle scuole.
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